L'arte della tessitura, in Calabria, è antichissima. La regione, fino al secolo scorso, era considerata un grande opificio. In ogni casa c'era un telaio e le madri insegnavano alle figlie i segreti della filatura e del ricamo. Una tradizione tramandata fino ai giorni nostri dove si intuisce la ricerca appassionata dei valori del passato e il desiderio di farli rivivere nei tessuti moderni. Di notevole valore la produzione di arazzi, ricami, merletti, sete e damaschi.
A seconda del tipo di lavorazione, della pesantezza, della materia prima (lana, seta, lino o cotone) e delle decorazioni, i tessuti sono destinati a diventare coperte, arazzi, tappeti, tovaglie, oppure capi di biancheria e di abbigliamento. Diverse sono le tecniche di esecuzione: tessuti lisci a stuoia, ad arazzo, a nodi. Molti anche i tipi di tessuto tradizionale come, per esempio, il damasco, la ginestra, il lino. Nei numerosi centri di produzione giovani e donne, nel silenzio scandito dal ritmo composto del telaio, trasfigurano i sogni, danno vita ai ricordi, alle eredità artistiche, alle emozioni, alle speranze. I telai rievocano l'ambiente, la natura, le atmosfere, le tradizioni. Tessuti rudi, forti, cupi e drammatici caratterizzano i telai di montagna, tessuti vivaci, allegri e ricchi di policromie contraddistinguono le produzioni dei centri del litorale. La policromia non è mai volgare e di cattivo gusto, sia per l'innata sensibilità, sia perché sopravvive il piacere delle tinte naturali della lana, delle tinture vegetali spesso ricavate da procedimenti tenuti segreti, che danno ai fiocchi toni armoniosi e vivaci. A Longobucco, nella Sila Greca in provincia di Cosenza, esiste una pregevole produzione specializzata di arazzi e coperte di vario tipo. A San Giovanni in Fiore i tappeti sono intrecciati con una tecnica particolare e i tessuti sono ricamati con il tombolo. Sono, inoltre, prodotte ancora poche coperte di ginestra che, a distanza di anni, si colorano ancora di giallo nell'epoca della fioritura e la lavorazione segue metodi antichissimi. In qualche paese della provincia di Catanzaro (Tiriolo) si producono le pezzare, tessuti a strisce multicolori ottenuti con l'utilizzo dei cascami di varie stoffe. Le pezzare sono utilizzate come tappeti o per la decorazione delle pareti. Sempre a Tiriolo sono prodotti i vancali, scialli caratteristici; e si realizzano coperte di lana con disegni tradizionali. A Cariati, in provincia di Cosenza, si sviluppò, ed ancora ne esiste traccia, l?artigianato dei tappeti e delle coperte con tecniche arabe.
La lana e la seta: due tessuti, ma ancor di più, due forme di attività economiche che hanno fatto la storia di questo comparto. Due tessuti ma anche due forme di civiltà: la prima, la lana, è legata ad origini remotissime, bibliche e omeriche, a un mondo di pastori e di coltivatori vissuti in tempi mitici ed eroici; la seta, invece, sembra ridurci alle regie e alle case patrizie, ad una atmosfera tutta femminile di ostentata preziosità. La seta a Catanzaro è nata proprio per le esigenze della corte di Bisanzio, fu ben presto il più grande centro di produzione e il più apprezzato d'Europa. La città si riconosce nella sua creatura più nobile: l'arte della seta. Per secoli fu garante della Maestranza dell'arte, con i suoi minuziosi precetti, con la perfezione degli standard produttivi, con i capitoli del 1519 (che consolidavano una tradizione plurisecolare) Attraverso i damaschi e i velluti Catanzaro affermò la sua supremazia economica e produttiva. Al crepuscolo dell?età moderna altre produzioni pian piano prendono il posto della tessitura e così i gelseti delle campagne calabresi vengono aggrediti dalle accette per far posto agli oliveti, più utili alla civiltà industriale. I damaschi sono tessuti di seta a fiorami e disegni vari, spesso ispirati ai fregi del secolo XVIII in cui predominava il motivo con la foglia d'acanto, d'ulivo o di lauro misti ad altri elementi decorativi secondo lo stile Luigi XIV e XV. Particolarmente preziosi, questi tessuti di gran pregio, sono realizzati con seta della migliore qualità. I colori della tradizione calabrese sono il rosso, il verde, l'azzurro, il giallo-oro. La tradizione vuole che i damaschi più preziosi siano stesi ai balconi delle case padronali durante la processione del Santo Patrono. Di grande pregio storico ed artistico i damaschi antichi di proprietà della Basilica dell?Immacolata di Catanzaro. Oggi questi manufatti in seta sono prodotti per realizzare coperte, tessuti d'arredo, ornamenti e paramenti sacri, scialli, biancheria (tovagliato, lenzuola, asciugamani) Altri tessuti più leggeri del damasco, di tradizione calabrese erano: l'armosino (liscio od operato a fiori dello stesso colore) che una volta si adoperava per abiti femminili a lungo strascico (candusce). L'organzino (seta per fare l'ordito), il tabì (tessuto simile alla faglia che nel colore nero serviva per abiti e toghe d'avvocati), le raganelle (nastri in seta di tutti i colori). L'organzino e le raganelle sono ancora in produzione. Particolarmente raffinata la produzione della seta grezza (dal baco al tessuto) nel comune di Cortale (Catanzaro) dove mani espertissime lavorano e intrecciano rare preziosità di seta nel colore naturale.
ARAZZI E TESSUTI D'ARREDO I tessuti d'arredo e gli arazzi, nei centri più importanti per la tradizione della lavorazione dei tessuti (San Giovanni in Fiore, Longobucco, Tiriolo) rappresentano il fiore all'occhiello della produzione del settore. Ricchissima la simbologia e la policromia dei disegni, ispirati ad antiche leggende della tradizione locale o orientale. Inesauribili i temi decorativi: fantasie di fiori, di alberi, di aspetti del mondo vegetale; composizioni ritmiche e serrate di temi astratti o simbolici; figure sintetiche ed essenziali di animali a volte reali a volte fantastici; figure umane che danzano, sfilano, cavalcano; elementi astrali su varie tonalità di colore; elementi simbolici, magici, religiosi, espressi con composta semplicità. Particolarmente preziose le coperte e i tappeti dove si mantiene ancora viva, per l?intreccio, la tecnica tradizionale più antica greca, araba, bizantina, o armena di più recente importazione. Vivacissimi e caldi i colori e le varietà dei disegni. I tessuti vengono adoperati anche come complemento d'Arredo e tappezzeria.
RICAMI*Di grande valore la produzione di merletti e ricami legati al costume, all'arredo sacro, al corredo. La tecnica si tramanda di madre in figlia, oltre che negli istituti religiosi, dove un tempo, numerose educande apprendevano la paziente arte del ricamo. Ancora oggi merletti eleganti e leggeri, realizzati con sottilissimi fili in lino, cotone e seta, spesso servono a completare le bellissime tele tessute su antichi telai. Quest'arte, fatta con impegno e fantasia, eseguita da mani abili, è spesso destinata ad arricchire e decorare elegante biancheria da tavola o da letto, da bagno o, molto di frequente, gli arredi sacri.
LAVORI A TOMBOLO Larte del merletto a tombolo e dei pizzi è ancora presente in molti centri della Calabria. Questa tecnica, di tradizione familiare spesso tramandata da madre a figlia per molte generazioni, ha radici antichissime. La conservazione di questa preziosa e paziente attività è uno degli obiettivi fondamentali dell'artigianato artistico, anche per la crescente richiesta di prodotti da parte di intenditori e consumatori di raffinato gusto a fronte di una esigua offerta causata della lentezza dei tempi necessari per confezionare a mano queste mirabili creazioni.
VANCALI Fiore all'occhiello dell'artigianato tessile di Tiriolo è il vancale, scialle da donna indossato, nei tempi passati, dalle "pacchiane" Oggi fa bella figura nel moderno abbigliamento femminile, ma viene anche impiegato come decoro ornamentale delle abitazioni, su poltrone, tavoli, pareti. I vancali sono realizzati in lana o seta, con fasciature trasversali multicolori con intramezzature di laminato oro e argento su fondo bianco o nero. Può terminare con lunghe frange. La sua lavorazione avviene ancora con antichi telai di legno.